L’indicazione Made in China nella tomaia non basta più: produttori di scarpe fate attenzione a rispettare il Made in Italy

L’indicazione Made in China nella tomaia non basta più: produttori di scarpe fate attenzione a rispettare il Made in Italy

Una azienda di calzature italiana, con produzione in Cina, veniva condannata in primo grado a pagare un’ingente somma di danaro per aver messo in commercio delle scarpe prodotte in Cina, ma riportanti marchio inequivocabilmente evocativo del Made in Italy.

La Corte di Appello di Firenze riformava la sentenza di primo grado, sostenendo che l’indicazione “made in China”, presente nella tomaia delle singole scarpe, fosse sufficiente ad informare il consumatore.

Ricorreva in Cassazione la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura.

La Suprema Corte, con sentenza n. 20226 del 23.06.2022, ha affermato l’obbligo per le aziende di accompagnare la merce con indicazioni comunque sufficienti ad evitare qualsiasi errore incolpevole del consumatore sull’effettiva origine del prodotto.

Per la Cassazione l’indicazione della provenienza di fabbricazione nella tomaia non è sufficiente, tenuto conto che il marchio dell’azienda era tale da far legittimamente attendersi una produzione italiana.